Soffiava un insolito vento freddo –quel giorno di avanzata primavera del 2012- per essere un pomeriggio di metà aprile. Era un vento dell’est, le cui folate accompagnavano il corteo funebre di Pasquale Di Palma, un uomo perbene, che solo con la morte aveva riconquistato l’appartenenza a un ceppo familiare. Infatti, per moltissimi anni, egli non