Ci sono sempre dei nuovi distrattori a camuffare una realtà, che è scomoda e preoccupante per tutti. Per l’avvio del prossimo anno scolastico i distrattori si chiamano vaccini. Un decreto, fortemente sfrondato (in peggio), trasformato in legge al fine di rendere obbligatori 10 vaccini per i minori (0-6 anni) che mettono per la prima volta piede nella scuola, sembra che debba diventare l’emblema di una classe dirigente da premio nobel. In fondo quella legge costituisce solo un allineamento ai paesi civili. Niente di più, niente di meno.
Ovviamente alimentando nella calura estiva il dibattito tra i sostenitori dei vaccini ed i free vax, ad un mese esatto dall’inizio di un nuovo anno scolastico, si cerca di far dimenticare alcuni e più gravi problemi che riguardano le criticità (eufemismo che sta per grave pericolo) in materia di sicurezza degli edifici scolastici del Paese.
L’ultimo censimento delle strutture scolastiche, infatti, vecchio solo di qualche anno, ha fatto emergere dati poco rassicuranti rispetto a un futuro immaginato per le nostre scuole, per fare un esempio, con aule home base, con classi open space (che bello l’itang’liano!) formate in seguito ad iscrizione on line e dotate di registri elettronici, tablet e Lim. Gli edifici scolastici italiani ammontano a una cifra molto superiore a 33.000: ben oltre 1.500 edifici datano la loro nascita prima del 1900; circa 16.000 edifici fissano il loro anno di nascita tra il 1961 ed il 1980; ben più di 5.300 sono i palazzi riadattati a scuola e poco più di 9.000 sono le scuole costruite dopo il 1980! Ad i numeri appena citati vanno, giustamente, aggiunte le preoccupazioni (e le responsabilità loro scaricate addosso dai sindaci/proprietari degli immobili) dei dirigenti scolatici, in quanto equiparati dal D.Lgs. 81/2008 a datori di lavoro.
In moltissime scuole, purtroppo, si registrano ogni giorno –specie in periodo invernale- infiltrazioni di acqua dalla rete dei termosifoni e dalle condotte interrate. Spesso si effettuano interventi di artigianale manutenzione (manicotti, saldature, otturazioni) tra aule ed aule, nel vano caldaia, nella palestra (quando c’è) o nei corridoi. Spesso i lastrici solai sono gonfi per i continui rappezzi di cui sono ricoperti i manti d’asfalto rosicchiati in più punti; le canaline passacavi calpestabili mostrano i segni dell’incuria insieme ai fili elettrici scoperti; le caditoie pluviali sono otturate; gli intonaci cadono da tutte le parti; i pavimenti sono sconnessi e molti igienici sono inutilizzabili.
È un brutto e preoccupante quadro dell’edilizia scolastica dei nostri paesi in particolare e del Paese in generale. Si è sempre detto: prevedere per prevenire: ma lo si faccia davvero e con serietà. I nostri figli e nipoti hanno diritto ad apprendere in una scuola che faccia bene scuola (ma questo è un altro doloroso discorso!) e, soprattutto, in ambienti sani e sicuri. Mi sembra, però, che ci siano ancora in giro troppi distrattori, insieme a tanti termini in salsa itang’liana, che, magari, annunciano multe tra 100 e 500 euro per i genitori che non vaccinano i figli, ma che nessuna ammenda (punizione, perdita dei diritti politici, esclusione da pubblici incarichi) prevedono a danno di quanti si sono candidati a sedere sugli scranni delle istituzioni senza, poi, osservare le più elementari regole della buona amministrazione.